giovedì 24 settembre 2009

Turin Half Marathon

A distanza di 4 giorni dalla mezza di Torino si è in quel limbo in cui il fisico ha già riassorbito lo sforzo e la mente tende ad attutire l'emozione per riproiettarsi verso la prossima competizione.
Le gare torinesi mi lasciano sempre il dolce in bocca. Sarà perchè fai parte di un gruppo di migliaia di persone sgambettanti, sarà perchè percorri luoghi noti, ma insoliti (per me) da fare di corsa oppure perchè incontri volti che solitamente vedi in giacca e cravatta per lavoro e invece sono lì con te e quasi fai fatica a riconoscerli così sudati in pantaloncini e maglietta.
La partenza al Valentino è una nota di colore unica. Il passaggio poi in Piazza Vittorio, sul ponte di corso Regina e su corso Casale sono per me ricchi di ricordi... e così arrivi al 5° km senza accorgerti neppure di essere di corsa. Poi vai giù, passi davanti al Ponte Isabella, al Patio e vai verso Moncalieri: non puoi che sorridere passando sotto all'autovelox fisso nuovo di pacca tarato sui 70 km/h e tanto contestato perchè miete vittime a gogo' (ed invece tu sei lì ad appena ai 13 all'ora e ti sembra di andare forte!).
Moncalieri è una sorpresa, con la gente che applaude, che partecipa e non ti accorgi che il tuo passo in automatico aumenta e ti spinge sul rettilineo verso Trofarello. Ecco la ex fabbrica Altissimo. Pensi quando sei andato a fare un sopralluogo anni fa.... ma è lavoro e oggi no, oggi sei lì per correre. Allo scoccare del 16° km la strada prende a salire... vorresti rallentare... ma non si può e allora spingi. Le prime case di Trofarello incombono e la strada torna ad essere pianeggiante. Scopri di essere di fianco ad Attilio... non hai la più pallida idea di chi sia, ma è evidente che a Trofarello è un mito ed è così che sfili con lui per il paese tra gli applausi e gli incitamenti (sono per lui ovviamente, ma in silenzio li fai anche un po' tuoi). Passi davanti alla banda del paese, al prete che sorride (avrà già detto messa o sarà seccato perchè i fedeli sono rimasti sul sagrato a vedere scorrere i corridori?) al vecchietto con il cappello che cerca di incitarti a suo modo. Ed ecco che ti infili nel rettilieno finale. Ancora 2 km. Quasi quasi opteresti per chiuderla lì, al 20° km e invece no, stringi i denti, ci sono ancora quei millecento metri che ti aspettano. L'arrivo è un po' a sopresa, dentro un centro commerciale, quasi a sdrammatizzare il romanticismo del resto dalle gara, ma ti convinci che ha il suo fascino moderno anche se sai che la scelta è caduta lì solo per motivi di sponsor. Butti per l'ennesima volta l'occhio al garmin e si, questa volta hai la certezza di essere sceso sotto i 100 minuti: 1h38'25". E a questo punto poco importa se 497 persone ci hanno messo meno di te e 1400 ci metteranno più di te. Quello che importa è che sei riuscito nel tuo obbiettivo.

2 commenti:

  1. bel post,effettivamente anche io ho vissuto emozioni simili, però di preti ne ho visti 2, di cui uno vedendomi in faccia, voleva darmi l'estrema unzione..

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  2. Bel racconto. Non sono ancora riuscito a partecipare questa gara: il fatto è che a settembre sono sempre fuori forma...

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