venerdì 20 marzo 2015

Sellaronda 2015



4 passi, 4 salite e altrettante discese, 2.700 metri di dislivello, 42 km di sviluppo, 600 coppie alla partenza, 1.200 atleti che in notturna partono da Selva di Valgardena e dopo aver salito il Gardena, il Campolongo, il Pordoi e il Sella si rituffano nella notte a Selva a completare il “giro” del Sella. Questo in pochi numeri il Sellaronda Ski Marathon.
Ma per me, per noi, Sellaronda è soprattutto Pordoi.
Sarà perché l’anno scorso per quel maledetto attacco spaccato dopo tre quarti di gara è stato l’unico passo non domato, sarà perché la terza salita è quella della verità per vedere se la gamba tiene, sarà soprattutto perché il Pordoi è mito, è odore di sudore già nel nome, è l’immagine del pirata che si alza sui pedali e in solitaria si inerpica sulla salita, è sapore di sfida. E la sfida la guardi con un misto di orgoglio e di timore.
Già, orgoglio perché sei lì, parti da Arabba dopo due ore e mezzo di gara quando i primi sono già distanti anni luce: una barretta ingurgitata mentre cambi le pelli, uno sguardo di intesa con il tuo compagno e un sorriso campato lì alla tutina attillata che guarda caso è anch’essa lì. 
Passi il cancello e riprendi la concentrazione, riprendi il passo, riprendi a macinare metri. Qualcosa dentro comincia a scaldarti…. Stai salendo sul Pordoi: un brivido ti percorre la schiena. Verranno a dirti che non è alpinismo, varranno a dirti che è un misero colle da 2.200 metri insignificante al cospetto dei 4.000 delle Alpi, ma ora tu sai di essere lì, nel tempio delle Dolomiti e tutto il resto non conta. 
Il fiato tiene, la gamba pure e ti vien voglia di allungare, di accelerare, di superare. Senti la voce dell’altra metà della coppia che razionalmente ti dice di non esagerare che la gara è ancora lunga. Ma non l’ascolti: tu sei lì in quel momento. Il tuo presente è il Pordoi: la fatica passata non la senti e quel che sarà sulla prossima salita deve ancora venire. E allora tu lasci che sia la gamba a comandare sul cervello, l’istinto di combattente a prevalere sulla razionalità dello stratega. La voce prudente ti capisce e si acquieta: ne avete parlato tanto del Pordoi. Nel silenzio della notte senti che oltre ai tuoi sci a scivolare sulla neve ci sono quelli dell’altra metà della coppia. Senti che non molla, senti che stata andando all’unisono. E quando a 200 metri dalla vetta ti passa e si mette a dettare il passo scopri cos’è gara di coppia, scopri cos’è la sintonia, scopri cos’è la sfida!
Poco importa poi se la tua posizione sul traguardo sarà insignificante, se nell’Olimpo dei Sellarondisti sarai uno dei tanti. Il Pordoi per te non sarà più lo stesso.
E neppure il Sellaronda… perché quella bottiglia stappata sul traguardo con chi ti regala un sorriso di pura amicizia, spontaneo e gratuito, ti fa sentire un vincitore, ti fa essere il vincitore!